Il 14 e 15 settembre si svolgerà la manifestazione “Cosa Accade se R-Esistiamo?” Insorgente parte 2 nella provincia di Rieti, organizzata dalle attiviste di Balia dal Collare. L’iniziativa si inserisce in un percorso di lotta contro la privatizzazione dell’acqua ad opera di ACEA S.p.a. La data del 14 si iscrive sia nel percorso verso il NOG7 di Ancona ma allo stesso tempo vuole segnalare il tentativo governativo di emanare una legge come la 1660 volta a colpire le lotte sociali e ogni tentativo di opposizione alle classi dominanti. Il 15 settembre un’assemblea cittadina nella città di Rieti per discutere la Legge 1660 sarà l’occasione per rimettere al centro il diritto ad abitare i territori la salute collettiva e la difesa delle risorse.
A questo punto venire a Insorgente è importante perché:
- Da più di vent’anni la Direttiva acque 2000 ribadisce la necessità di allentare la pressione sugli ecosistemi fluviali e sulle sorgenti e dare il tempo alle fonti di ricaricarsi.
- La portata della sorgente del Peschiera continua a diminuire, si legge nel bollettino sulla crisi idrica dell’Aubac di giugno 2024, certificando un quadro di severità idrica media per l’Ato 2.
- La neve che alimenta la sorgente è in vertiginosa diminuzione, come dimostrano le rilevazioni della Fondazione CIMA. Ad aprile 2024 il deficit per l’Appennino centrale era del 78 % rispetto alle medie storiche.
- Secondo l’AUBAC, tra settembre 2023 e maggio 2024 le precipitazioni nel Lazio sono diminuite del 30% rispetto alla media del periodo 1991-2020.
- La quota d’acqua che Acea preleverebbe con il raddoppio è autorizzata dalle concessioni rilasciate dalla Regione Lazio. Tuttavia queste risalgono al 1987 e perciò non tengono conto dei cambiamenti climatici.
- Nel 2019, il rinnovo dei permessi non ha portato ad alcun aggiornamento delle quote, una decisione che è stata presa senza effettuare alcuna Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La Regione ha ammesso di non sapere quanta acqua ci sia nella sorgente nonostante la Legge Regionale 5/2014 imponga di stilare un bilancio idrico.
- Un aumento dell’estrazione dell’acqua sarebbe in conflitto con l’obiettivo di Natura 2000 e della Direttiva Habitat dell’UE.
Senza pressione e partecipazione dal basso rischiamo di subire
un’ulteriore ingiustizia socio ambientale!
Lo sapevi che…
In Italia si prelevano 39 miliardi di m3 di acqua ogni anno, di cui solo il 24% per uso civile, la restante parte è per l’agricoltura (41%), per l’industria (20%) e per l’elettricità (15%). L’Italia è prima nell’UE per prelievo di acqua per uso potabile (428 Lt al giorno per abitante), ma l’erogazione per abitante è di fatto di 220 Lt al giorno a causa delle dispersioni di rete.
Nella provincia di Rieti è prevista l’opera del Raddoppio dell’Acquedotto del Peschiera, proposta dalla multinazionale Acea ATO2 S.p.a. e dal Comune di Roma e approvata nel 2022 dalla Regione Lazio. L’opera prevede 1,2 miliardi di investimenti ed è la seconda opera più importante per dimensioni dopo il Ponte sullo Stretto e il più costoso nel settore delle risorse idriche a livello nazionale.
Il piano prevede di aumentare il flusso medio da 13.500 a 18.000 litri al secondo. Come riporta Acea stessa, si prepara la realizzazione di “una nuova galleria lunga circa 27 km che parte dalle sorgenti del Peschiera e arriva fino al punto di intersezione degli acquedotti nel nodo di Salisano” affinché, sempre come riporta Acea, “la realizzazione della seconda linea permetterà di mettere in sicurezza la fornitura idrica della città di Roma (che già è servita da qui per l’80%) e del Reatino, della Bassa Sabina e della costa settentrionale del Lazio, da Fiumicino a Civitavecchia”. Il progetto è un unicum in Europa perché prevede la costruzione di nuove condotte a fianco delle vecchie, le ragioni sono legate al fatto che ACEA dichiara di non poter fare manutenzione sulle condotte dal momento che è necessario prevenire il rischio di incidenti sulle infrastrutture e mettere al sicuro l’approvvigionamento costante della metropoli. D’altra parte con la stessa motivazione ACEA aumenta la pressione sul fiume Aniene tramite la costruzione del raddoppio dell’acquedotto Marcio.
ACEA è direttamente coinvolta nell’appalto del termovalorizzatore di Santa Palomba, località vicino Roma, al confine con la discarica di Albano Laziale e tra le pendici dell’area dei Castelli Romani, Ardea e Pomezia. Il termovalorizzatore vorrebbe smaltire 600mila tonnellate di rifiuti l’anno, una quantità superiore alle esigenze della stessa città di Roma. Inoltre, è previsto un aumento della TARI per i romani al fine di coprire una parte dei costi relativi alla costruzione dell’opera. La quantità d’acqua potabile che verrà sottratta da Acea per raffreddare il termovalorizzatore è pari a 7200 litri di acqua potabile l’ora, H24 e 365 giorni l’anno. Per un totale di oltre 63 milioni di m3 l’anno. Acea preleva da tutte le sorgenti a cui ha accesso già più di quanto serva al fabbisogno di Roma e provincia. I dati dicono che a fronte dei 13 m³/s necessari ne vengono captati circa 21 m³/s. La quantità di acqua prelevata in più, 8 m³/s, serve a coprire le perdite lungo la rete sull’intero territorio servito da ACEA ATO 2.
È quasi l’equivalente di quello che l’azienda preleva dalla sorgente del Peschiera.
Le dinamiche di estrattivismo e privatizzazione producono profitto e ammalano i territori e le persone che li abitano. Le logiche della città di messa a valore delle aree periferiche distruggono le risorse naturali creando scenari emergenziali su cui speculare ulteriormente e che mettono a repentaglio la salute collettiva.
La Regione Lazio non ha rinnovato il Piano Regolatore Acquedotti che risale al 1977 ed è scaduto nel 2015. Questo mancato rinnovo non consente di costruire un piano idrico che tenga conto del cambiamento climatico. Inoltre, questo vuoto istituzionale permette enormi guadagni agli azionisti privati, come la multinazionale Suez e il gruppo Caltagirone (la famiglia di costruttori più importante di Roma), quest’ultima, oltre ad essere il maggiore responsabile della crisi abitativa nella metropoli romana, risulta indirettamente tra i beneficiari degli appalti per il piano di messa in sicurezza del sistema idrico della capitale.
No al progetto di Raddoppio delle Sorgenti del Peschiera perché:
• Il progetto non è stato sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) nonostante sia un’opera superiore ai 20 km di superficie e preveda derivazioni idriche superiori a 50l/s da acque sotterranee e superiori a 200l/s da acque superficiali;
• È importante smettere di finanziare ACEA che, tra le varie implicazioni sul territorio nazionale, ha stretto accordi anche con la multinazionale israeliana Mekorot, nota per l’apartheid dell’acqua nei territori palestinesi. Mekorot dal 2013, in accordo con ACEA, scambia tecnologie e know-how rivolti allo sfruttamento della risorsa idrica.
• Il progetto è finanziato per metà dai fondi PNRR, l’altra metà graverà sulle bollette degli utenti di ACEA, senza intaccare i dividendi degli azionisti.
• Gli impatti significativi del cantiere si avranno: sulla qualità dell’aria; sul potenziale inquinamento delle acque ed eventuale modifica del regime idrico superficiale; sul suolo, sottosuolo e acque sotterranee; sul paesaggio e su flora e fauna. Ne risentirà inoltre il traffico e la viabilità con impatto di circa 90 camion al giorno per il trasporto dei materiali.