Rapporto sulla sessione internazionale – Assemblea Campagna NotOnMyBody, Ancona (Italia) 11.10.24

Rapporto (21 ottobre 2024)
sulla sessione internazionale tenutasi l’11 ottobre 2024 ad Ancona (Italia) in occasione della Campagna “G7 Salute: non sul mio corpo ”, Ancona (Italia) 9-11 ottobre 2024

Venerdì 11 ottobre 2024, presso il Cinema Azzurro di Ancona (Italia), si è tenuta una sessione internazionale sul tema “Sanità pubblica sotto la pressione della commercializzazione: prospettive critiche internazionali”, organizzata dalla Rete europea “La salute non è in vendita”. La sessione faceva parte della tre giorni di iniziative organizzate dalla Campagna “G7 Salute: non sul mio corpo” per opporsi ai (contenuti della) riunione dei Ministeri della Salute del G7 del 9-11 lì. La sessione di 90′, ospitata durante l’Assemblea Generale l’ultimo giorno della campagna, si è basata su presentazioni orali e video. Dopo il benvenuto da parte degli organizzatori della Campagna, un membro del Nework europeo e socio fondatore del COVESAP, Maurizio Manno, ha introdotto la sessione e ha presentato brevemente le motivazioni e l’ambizioso obiettivo dell’evento, ovvero valutare la situazione attuale relativa all’accessibilità e alla qualità dei servizi sanitari e di salute pubblica a livello globale, confrontando le diverse situazioni in varie parti del mondo.

La prima presentazione orale, a cura di Yves Hellendorff, relatore della Rete europea “La salute non è in vendita”, dopo aver presentato brevemente la storia del Nework, ha discusso la piattaforma in sette punti presentata dalla Rete europea alla conferenza stampa presso il Parlamento europeo l’8 aprile 2024 a Bruxelles nell’ambito della campagna “La salute prima del mercato… Cambiamo l’Europa!”. I sette punti sui quali è stata richiesta l’attenzione urgente dell’Europa sono i seguenti:

1. un adeguato sostegno finanziario alla sanità per garantire qualità e buone condizioni di lavoro al personale sanitario

2. proteggere le persone e i lavoratori dai rischi della commercializzazione

3. l’accessibilità economica, geografica, culturale e temporale per tutte le persone

4. garantire una democrazia sanitaria coinvolgendo le persone e il personale sanitario

5. Considerare tutti i determinanti della salute: sociali, ambientali e di genere.

6. una politica dei farmaci per le popolazioni e il Sud del mondo, non per BigPharma

7. un’adeguata assunzione di personale sanitario, proteggendo i Paesi più fragili da ulteriori privazioni sanitarie.

Il secondo oratore è stato Ramon Vila, un leader attivista francese, che ha illustrato la situazione dell’assistenza sanitaria e della salute pubblica nel suo Paese….
Oltre alle presentazioni orali sono stati proiettati sei video, prodotti a questo scopo da alcune organizzazioni nazionali e internazionali note per il loro impegno nella promozione e nella difesa dell’assistenza sanitaria come diritto fondamentale per tutti (PHM e PHM-India, PSI, EFPC, Marea Blanca, Medicina Democratica, COVESAP). I video hanno evidenziato le crescenti difficoltà o addirittura l’impossibilità per i cittadini di molti Paesi dell’UE (Spagna, Francia, Croazia, Italia) e di altre regioni del mondo (India) di avere un accesso adeguato all’assistenza sanitaria e ai servizi di salute pubblica.

Nel corso della sessione sono state presentate prove schiaccianti che indicano i crescenti effetti del neoliberismo sulle politiche sanitarie negli ultimi dieci o vent’anni a livello globale. Le ragioni del declino dell’assistenza sanitaria sono emerse chiaramente sia dalle presentazioni orali che dai video. L’analisi fattuale dei dati presentati alla sessione ha confermato esattamente l’ipotesi che la Rete europea aveva avanzato nel proporre la sessione, ovvero la seguente.

“L’instabilità politica, la deprivazione economica e sociale, la debolezza costitutiva o il progressivo declino delle infrastrutture sanitarie pubbliche sono cause importanti in alcuni Paesi. In altri sono più rilevanti i bassi investimenti, la scarsa retribuzione e motivazione del personale sanitario, l’incompetenza o l’interesse privato nella gestione a breve o lungo termine della sanità e della salute pubblica. Le politiche sanitarie di libero mercato, in particolare quelle per i farmaci, come dimostrato nella recente pandemia di Covid-19, si sono rivelate inadeguate o addirittura incapaci, se non complici, di far fronte alla situazione di emergenza. Recentemente, gli effetti delle strategie della Banca Mondiale sui Paesi a basso reddito e i risultati dell’austerità dell’Unione Europea sugli Stati membri europei durante la crisi economica del 2008, sono probabilmente i principali fattori che hanno portato a pesanti tagli e alla commercializzazione dei servizi sanitari, che si traducono nell’attuale, crescente privatizzazione di strutture e personale. L’obiettivo, infatti, di un sistema, non servizio, sanitario privato è costitutivamente quello di ottenere un profitto economico, mentre l’obiettivo di un servizio, non sistema, sanitario pubblico è o dovrebbe essere quello di fornire assistenza sanitaria gratuita a tutta la popolazione. Tutti questi fattori hanno creato un circolo vizioso che aumenta le disuguaglianze e l’inefficienza dell’assistenza sanitaria in tutto il mondo. Nei Paesi a basso e medio reddito l’accesso all’assistenza sanitaria è limitato da vincoli economici”.

Il continuo processo di commercializzazione della salute sta progressivamente invadendo tutti i settori della sanità e dei servizi sanitari pubblici, con effetti letteralmente devastanti sulla qualità della vita e sulla durata della vita dei pazienti, come mostrato drammaticamente dal video del PHM-India, quando durante la pandemia di Covid milioni di persone sono state portate all’indigenza per pagare i conti degli ospedali privati.

Dopo i video, la parola è passata a un rappresentante di Sanitari per Gaza (Health Workers for Gaza, HW4G), la rete italiana nata spontaneamente all’inizio di quest’anno tra il personale sanitario per protestare contro il vergognoso e sistematico attacco agli ospedali e agli operatori sanitari di Gaza da parte dell’esercito israeliano da oltre un anno. Luisa Magnone, relatrice per SpG alla sessione, ha sottolineato il diritto-dovere, secondo il Giuramento di Ippocrate, di tutti gli operatori sanitari di curare tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica. Ha anche chiesto con forza un cessate il fuoco immediato e permanente e il permesso alla Comunità internazionale di fornire gli aiuti umanitari tanto necessari alla popolazione esausta di Gaza. L’SpG ha chiesto che queste richieste fossero incluse nell’agenda e nella dichiarazione della sessione.

Infatti, al termine della sessione è stata approvata la proposta di una Dichiarazione formale in nove punti (denominata “Dichiarazione di Ancona 2024”), che, dopo essere stata pubblicata in forma di bozza sul sito web della Campagna per alcuni giorni prima della sessione, è stata messa a disposizione, per ulteriori commenti/suggerimenti, della Comunità internazionale e delle organizzazioni, associazioni e individui coinvolti e impegnati nella difesa dell’assistenza sanitaria e della salute pubblica come diritto fondamentale per tutti. La sessione internazionale è stata pensata per essere l’inizio e la Dichiarazione solo la base per una campagna internazionale 2024-2030 “Healthcare and public Health for All” (HPHA). La Rete europea si occuperà di promuovere la diffusione della Dichiarazione di Ancona 2024 con tutti i mezzi disponibili e presso tutti gli stakeholder nazionali e internazionali, compresi l’Unione Europea, le Nazioni Unite e l’OMS.

Infine, sabato 12 ottobre 2024, una riunione formale della Rete europea è stata ospitata dall’Ambasciata dei Diritti di Ancona, per discutere e pianificare le future iniziative della Rete, sia autonomamente che in collaborazione con le altre organizzazioni partecipanti alla sessione.

***

[ENGLISH VERSION]