Il comunicato dello Spazio Comune Autogestito Tnt e dei Centri Sociali Marche
Il presidio sotto il palazzo della Provincia del 10 ottobre scorso, è stato l’occasione per far emergere la contraddizione tra la narrazione ufficiale del G7 SALUTE riunito in quei giorni ad Ancona, che assume con somma ipocrisia l’importanza degli ecosistemi per il benessere degli esseri umani, e la tragica realtà di territori devastati da insediamenti nocivi per la vita delle popolazioni che vi abitano.
Attivist* da tutta la regione hanno bloccato per tutta la durata dell’iniziativa la strada antistante e con striscioni e interventi hanno ribadito la contrarietà alla svendita della salute e alle politiche di sfruttamento, privatizzazione e devastazione ambientale, che si traducono sul nostro territorio col progetto dell’ennesimo insediamento ad alto impatto ambientale.
L’impianto di smaltimento di rifiuti speciali proposto a Jesi da Edison, colosso privato dell’energia, che prevederebbe il trattamento di 1000 tonnellate di materiali al giorno, riporta al centro del dibattito la necessità di un piano di risanamento immediato e credibile per un territorio già profondamente compromesso da insediamenti produttivi altamente inquinanti. Abbiamo perciò deciso, nei giorni della vuota kermesse del G7 salute, di portare le nostre rivendicazioni in Provincia in quanto Ente coinvolto nel rilascio della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e nella dichiarazione delle zone ad elevato rischio ambientale.
Durante il presidio una delegazione di manifestanti composta dalla rappresentanza sociale delle maggiori criticità del territorio: Il Porto di Ancona, la raffineria di Falconara e il progetto Edison di impianto trattamento rifiuti, ha incontrato il Presidente della Provincia di Ancona.
Nell’incontro è stato fatto presente come questa area territoriale venti anni fa fosse stata dichiarata AERCA (Area ad Elevato Rischio Ambientale), e come successivamente tale dichiarazione sia decaduta in assenza di iniziative da parte degli enti competenti per il suo rinnovo e per la sua proroga. È stato dunque evidenziato come attualmente, sebbene nessuna delle criticità ambientali sia stata risolta, non risulti attivato alcun piano di risanamento né sussistano vincoli normativi idonei ad imporre una moratoria su nuovi insediamenti che possano andare ad aggravare una situazione ambientale già altamente compromessa.
Il Presidente, che ha voluto ribadire il suo impegno per la difesa della salute, in merito al progetto dell’impianto Edison, ha sottolineato che, all’interno del percorso previsto dalle normative, sarà considerata anche la forte contrarietà dei cittadini di Jesi emersa con chiarezza dalla presentazione delle tantissime osservazioni, dalle mobilitazioni e dai contenuti espressi nei numerosi interventi durante l’Inchiesta Pubblica.
Per quanto riguarda l’Ente che rappresenta, pur essendo ormai depotenziato rispetto alle competenze che deteneva i precedenza, ha voluto esprimere il suo impegno sul versante delle bonifiche dell’area, specificando tuttavia che un piano di risanamento più generale può essere progettato solo in forza della delega conferita dall’Ente Regionale.
La delegazione concluso l’incontro ha raggiunto i manifestanti che stavano attendendo fuori dal palazzo della Provincia con i quali ha condiviso i contenuti emersi.
L’iniziativa di mobilitazione ha fatto emergere con chiarezza come allo stato attuale non sussista alcuna progettualità di difesa e recupero dei territori rientranti nell’area ex AERCA: per questo è determinante che la mobilitazione della popolazione continui, perché è l’unica credibile difesa di cui disponiamo.
Siamo abitanti di un’area territoriale omogenea, non di una singola città: se l’attacco all’ambiente e alla salute è diffuso su tutta l’area che va da Ancona a Jesi, la risposta non può essere che quella di continuare a lottare insieme.
Spazio Comune Autogestito TNT – Jesi
Centri Sociali Marche
#StopEdison
#RisanamentoAERCASubito
#NotOnMyBody
#NOG7